ALESSANDRA DRAGONI
Un altro sempre
dal 21 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025
La Mostra
Le fotografie in mostra, come tutte quelle che ha scattato, da sempre, hanno un denominatore comune: la forma autobiografica. Sono autobiografiche non nel senso più letterale del termine, perché in fin dei conti in questa selezione non c’è la sua casa, né lei, né la sua famiglia né gli amici (che tuttavia ricorrono frequentemente nelle scatole del suo archivio). C’è un’unità di luogo (da Ravenna a Punta Marina, i posti che abita) e di tempo (sono state scattate tutte tra il 2021 e il 2024), ma soprattutto c’è uno stesso sguardo, uno stesso modo di vedere. Definirlo forse è impossibile, ma è semplice riconoscerlo. Ha a che fare con una determinata distanza dai soggetti (c’è un rapporto fra profondità di campo e profondità di sentimenti?), con una predilezione per scene sospese e persone che lo sono altrettanto. In che senso? Nel senso che sembrano, a guardarle bene, come tra il sonno e la veglia, in bilico tra completa immanenza e altrove, inconsciamente e delicatamente sovrappensiero, le cose e le persone. Forse è per questo che la sua attenzione spesso ricade sugli adolescenti, perché ogni adolescente è un’ambiguità su due gambe (è quello che è, quello che sogna di essere, quello che crede di essere e quello che diventerà), sui fiori (trasformazione, bellezza effimera, linguaggio in codice), su anziani in eleganti abiti fuori moda (che sembrano vivere nel loro glorioso passato), sui manifesti sfogliati (il tempo), sulla periferia, sulle scritte sopra i muri (messaggi in bottiglia e didascalie sibilline di quello che succede per strada). Un altro elemento caratteristico è che spesso i soggetti guardano in camera, e l’aspetto curioso è che anche gli oggetti o le immagini trovate lo fanno, o meglio, sembrano farlo. Se si presta attenzione, si noterà che è tutto pieno di occhi, veri, riprodotti, metaforici, nascosti, (ci sono davvero o è un’illusione, un sospetto, suo e nostro, per un curioso sistema di allerta ancestrale?) e guardano proprio verso di noi.
L’artista
Nata a Ravenna, dopo studi umanistici (Ravenna, Venezia), Alessandra Dragoni si sposta ad Amsterdam dove lavora negli archivi della ABC press e studia fotografia al De Moor, Stichting for education of film and photography. Successivamente segue uno stage presso l’agenzia Magnum di Parigi, prima di stabilirsi a Milano dove collabora per un decennio con le principali case editrici come fotografa e photoeditor. Tornata a Ravenna frequenta il corso di fotografia dell’Accademia di Belle Arti, condotto da Guido Guidi. Pubblica libri e conduce laboratori di fotografia per ragazzi. L’attività artistica di Alessandra Dragoni indaga il linguaggio fotografico e la capacità della fotografia di stimolare la memoria, di interrogare il presente creando legami tra fotografia ed esperienze personali. La varietà di visioni e metodi che hanno contribuito alla sua formazione ha originato in Alessandra uno sguardo singolare che contraddistingue le sue opere contemporanee.
Mostre e collaborazioni: Les Rencontres d’Arles, Fabrica Treviso, Ravenna Festival, Mar Museo della Città di Ravenna, Istituto Italiano di Cultura New York, Galerie L Parigi, Linea di Confine Rubiera, Large Glass Gallery Londra, Biblioteca Gioia di Cervia.
Libri: Love Crimes, Filigranes editions, winner of book price, 1999, At14, Quinlan Edizioni 2014, Troppo sole per Antonioni, Danilo Montanari editore, 2018, All the flowers that you plant, Skinnerboox 2021
Mostre recenti: Large Glass gallery, Londra “Otto volte due”, collettiva, settembre 2022; Roma, Palazzo Esposizioni, “Elogio dell’equilibrio” 2023; Biblioteca Gioia di Cervia, “A Cervia” progetto fotografico sul territorio, ottobre 2024.